Quando ti chiedono: “Potresti portarci a fare un giro domenica …”, e poi aggiungono, “… così ci fai vedere dei bei posti, ci racconti un po’ di storia e magari ci beviamo una birra” … ecco questa è la domenica che non ti aspetti.

Le amicizie che nascono mentre si pedala hanno quasi sempre una sapore speciale, sarà il sudore, il freddo, la fatica, gli incidenti meccanici, fatto è che hanno qualcosa di speciale.

Se poi ci metti anche la voglia di pedalare su vecchie biciclette, anni ‘70/80 tutto diventa anche spettacolare.
A Thiene, esiste un gruppo di appassionati di ciclismo storico che prende il nome da una vecchia locomotiva del secolo scorso: la “Vacamora” (www.vacamora.it). Qualche settimana dopo il lochkdown, ci chiedono se  possiamo tracciare e organizzare un piccolo tour con: bei posti, storia e magari una buona birra.

Siamo partiti dall’ultimo elemento, la birra. Meglio della Birreria Pedavena cosa poteva esserci? Per andarci si passa in un bellissimo canyon naturale che si chiama Val Brenta, per la storia c’era solo da scegliere: ciclismo, Prima e Seconda Guerra Mondiale, storie della vallata, in poche parole tutto quello che si trova ne “La Perla del Brenta” di Loris Giuriatti (www.lorisgiuriatti.it). Li dentro ci trovi davvero tutto!

Si parte da Bassano del Grappa in direzione nord, siamo in una ventina, sono arrivati da Bologna, da Parma, da Vigevano, da Thiene, Schio, Valdagno e Recoaro, pedalata dopo pedalata le domande si susseguono, cos’è quello, come si chiama quella montagna, che strada facciamo etc. etc.

La strada è quella della ciclabile della Val Brenta, purtroppo non ancora completata, arriviamo a Valstagna, e gli raccontiamo di quando il 151° Reggimento della Brigata Sassari con il Capitano Emilio Lussu nel 1916 transitava marciando per raggiungere l’Altopiano di Asiago, poi si prosegue con un tuffo all’indietro nel tempo ed andiamo al Medioevo, per ammirare il Covolo di Buttistone, nella storia del tempo lo hanno utilizzato i Cararresi, gli Scaligeri, i Visconti, la Serenissima e la casa d’Austria.

Giusto il tempo di risalire in sella e transitando a fianco del forte Tombion, dove una volta c’era il confine di Stato, e siamo a Primolano. A ridosso del vecchio passaggio a livello (oggi inesistente) Fausto Coppi nella tappa “Vicenza-Bolzano” del 33° Giro d’Italia era il 1950 cadde rompendosi il bacino. Il Giro d’Italia lo vinse Hugo Koblet, e quel giorno Gino Bartali si aggiudicò la tappa.

Affrontiamo i tornati delle “Scalette di Primolano”, quelli della “Tagliata della Scala” che si snodano nella fortificazione costruita dal Regno d’Italia tra il 1892 e il 1904 e mai utilizzata, perché le tecniche di strategia militare nel frattempo erano cambiate, verrà abbandonata dopo la “Rotta di Caporetto”.

Passiamo in scioltezza Fastro ed Arsiè, per imboccare la Val Cismon, attraversiamo il centro di Fonzaso e l’antico Albergo Sant’Antonio (www.anticoalbergosantantonio.com), considerato uno dei più vecchi del Veneto. Stiamo pedalando sulla via Claudia Augusta (www.viaclaudia.org), strada romana la cui realizzazione risale alla prima metà del I secolo d.C. e si arriva ad Arten.

Svoltiamo a sinistra e con un bel rapporto agile ci troviamo ad affrontare la “Strappo di Arten”, che ci da il benvenuto con vento contrario e i suoi 15% di pendenza. Pedavena e le sue birre sono vicine.

Arriviamo nella più grande birreria d’Italia, la “Birreria Pedavena” (www.labirreriapedavena.it) , straordinario regno della birra, costruita nel 1896 dalla famiglia Luciani, quella di Papa Giovanni Paolo I.

Un bel boccale da mezzo “di quella” del centenario, si mangia qualcosa e si riparte. Il primo chilometro è una manna, discesa quasi fino a Feltre, poco prima di arrivarci, si svolta a destra in direzione Arten ed a seguire nuovamente Arsiè.

Il Lago del Corlo è sulla nostra sinistra, e idealmente sembra quasi che ci tuffiamo prendendo slancio in una breve discesa. Tappa d’obbligo è l’albergo “Al Parigi” ed alla sua torre (www.alparigi.it), tutti a chiedere come mai quel nome in quel posto … ed ecco il perché! Si narra, che circa 100 anni fa con qualche bicchiere in più la sera, i frequentatori al veder la torre e le sue luci, la chiamassero la Torre Eiffel … l’oste di allora nonno degli attuali gestori, colse il suggerimento … da la “Al Parigi”!

Leggera deviazione per raggiungere lo spettacolare scenario dove è posizionato il Ponte della Vittoria, classe 1928, si tratta di un ponte tibetano, che collega le sponde del Lago del Corlo, lo scenario qui lascia senza parole, sembra di essere in un posto magico sospeso nel tempo.

Si prosegue per lo strappo di Incino, per poi “volare” su Cismon del Grappa, è proprio il caso di dire volare, perché si arriva su una strada che permette visioni come se si volasse!

Se fossimo ai tempi di Alfredo Dinale, avvremmo appena attraversato il confine italiano. Già Alfredo Dinale, ma chi è questo Signore? Prima medaglia d’oro veneta nella storia delle Olimpiadi, sono quella del 1924 a Parigi nella velocità a squadre conquistata al velodromo di Bois de Vincennes. Nato nel 1900 ha l’incarico di portaordini durante la Grande Guerra, poi diventa un bravo ciclista sia in pista che su strada, grande amico di tutti i grandi del ciclismo del XX secolo.

Attraversando un altro ponte tibetano ritorniamo in “destra Brenta” fino a Valstagna, si svolta sinistra leggera salita e sosta d’obbligo alla piccola chiesa della Madonna dell’Onda. Qui l’incontro con la storia di Sofia Negrello lascia tutti senza parole, si perché del “profugato della Grande Guerra” e delle sue conseguenze, fino a poco tempo se ne sapeva veramente poco.

Sofia come tanti altri bambini di quell’epoca della Val Brenta, hanno pagato un dazio pesantissimo, ne “La Perla del Brenta”, Loris Giuriatti lo descrive in modo molto dettagliato, e Roberto Frison nella regia dello spettacolo di “teatro sociale” che ha messo in scena alla stazione ferroviaria di Carpanè ed a Cima Grappa lo fa vivere nel vero senso della parola.

Terminata la sosta storico/culturale proseguiamo lungo quella che i locali chiamano la “strada Imperiale”, si tratta di una ciclabile a tratti che corre a fianco della ferrovia, fino a Pove del Grappa.

Attraversiamo il centro si Solagna per rientrare alla “Fattoria Conca d’Oro” (www.concadoro.org), dove ci aspetta la “merenda” a base dei loro prodotti e di qualche buona birra.

La giornata si chiude, i km sono circa 100 ed il dislivello è di circa 700 metri, contiamo una sola foratura e tante tante chiacchiere, come si diceva all’inizio l’amicizia che nasce pedalando è speciale ed anche in questa occasione ne abbiamo avuto la riconferma!

  by Bike Adv

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