Per chi ci abita, sono i soliti paesaggi, le solite colline, le solite strade, poi però magicamente …

Il genere umano è abitudinario. Quando ci troviamo nella nostra “zona di comfort” diventiamo abitudinari, tutto quello che passa sotto ai nostri occhi non fa più effetto, è abitudine, è consuetudine, è la solita cosa!
Lo stesso capita anche quando pedaliamo sulle nostre strade.

Poi magicamente, capita che ci viene chiesto di accompagnare sulle nostre strade un gruppo di giornalisti e operatori che si occupano di cicloturismo, e tutto cambia. Ecco ci si trova a guardare il nostro comprensorio con occhi diversi dal solito, con occhi diversi e curiosi, occhi alla ricerca di cose nuove.

Vi assicuriamo che il “gioco” non è semplice, perché la tendenza è quella di dare tutto per scontato, certi dettagli passano nella categoria delle “solite cose” ma per chi le vede la prima volta sono straordinarie.

È iniziato così l’accompagnamento di qualche giorno fa!
Il tempo di pedalare per 2 km ed è stato un continuo chiedere cos’è quello, che montagna è quella, che strada stiamo facendo, dove stiamo andando etc. etc.

Semplicemente bellissimo.

Al termine dei percorsi su cui abbiamo pedalato assieme, la prima cosa che ci siamo detti: “abitiamo in uno dei posti più belli del mondo, ma non ne abbiamo la consapevolezza”.

Consapevolezza [/con·sa·pe·vo·léz·za/sostantivo femminile]: cognizione, coscienza, aver piena consapevolezza di qualcosa, esserne perfettamente al corrente.

Tutti noi, imprenditori, operatori, professionisti, dobbiamo costruirci uno “stato dell’arte” sulle cose che ci circondano, per raccontarle, illustrarle, descriverle a chi arriva a visitare le nostre città, borghi, strade, sentieri, parchi, piazze e così via.

Chi meglio di noi può raccontare i luoghi in cui viviamo? Dobbiamo trasformarci in “testimonial” della terra in cui viviamo, raccontando con entusiasmo e coinvolgimento, magari con storie, aneddoti e curiosità che emozionano.
Qualcuno dirà che si tratta di “storytelling”, esatto è proprio questo!
Il problema è che non lo facciamo!

Il cicloturista che viene a trovarci quando tornerà a casa racconterà tutto quello che ha visto, visitato, ammirato, come noi lo abbiamo raccontato.
Se con entusiasmo, lo farà allo stesso modo, ma se lo abbiamo fatto come leggere il “bugiardino di un farmaco” … l’entusiasmo sarà veramente ai minimi termini.

È per questo che le strutture ricettive siano esse hotel, alberghi, bed & breakfast, agriturismo o locazioni turistiche devono dotarsi di strumenti adatti alla accoglienza dei cicloturisti, con mappe dei percorsi, piccola officina per la manutenzione, bike shop per la fornitura di pezzi di ricambio supportando con il proprio “marketing bike oriented” chi visita i nostri territori in bicicletta.

Cerchiamo di guardare con gli “occhi del cicloturista”.

  by Bike Adv

In collaborazione con:
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